Condividi su facebook
Condividi su google
Condividi su twitter
Condividi su linkedin

Ciclo di vita del riso: le informazioni più importanti che ogni risicoltore deve conoscere

Il riso è il cereale più coltivato al mondo, la sua coltivazione dal punto di vista storico è una delle più antiche. Il suo ciclo di vita è affascinante e scenografico, e caratterizza i paesaggi abbracciando i principali elementi naturali (terra e acqua in particolare) e le più avanzate tecniche agronomiche. 

Da un punto di vista prettamente agronomico il ciclo colturale del riso viene generalmente suddiviso in tre fasi:

  • sviluppo vegetativo: dalla germinazione all’inizio della differenziazione dei primordi della pannocchia
  • sviluppo e differenziazione degli organi riproduttivi: dall’inizio della formazione dell’infiorescenza all’inizio della emissione della stessa (accrescimento e levata)
  • maturazione: dalla fioritura alla fecondazione fino alla maturazione della cariosside

Sebbene il risicoltore debba avere profonda conoscenza della fisiologia della pianta, è altrettanto importante che conosca alla perfezione i principali passaggi agronomici della coltura del riso che precedono e seguono lo sviluppo biologico della pianta stessa.

Dal punto di vista del risicoltore quindi le fasi principali che compongono il ciclo di vita del riso sono cinque: preparazione del terreno (sul finire dell’inverno); sommersione degli appezzamenti per la semina diretta in acqua; semina; concimazioni (aprile, giugno); diserbi e monda manuale per il controllo delle erbe infestanti e l’eliminazione del riso selvatico detto Crodo. Analizziamo più nel dettaglio il ciclo di vita del riso a partire dagli elementi naturali che lo caratterizzano.

La Terra

In risicoltura la preparazione del terreno che accoglierà il seme è fondamentale. Il terreno coltivato a riso per più anni si trova, per tutta la durata della coltura, in condizioni riduttive, non del tutto favorevoli allo sviluppo delle radici. Diviene quindi utile periodicamente modificare la struttura con l’aratura.

Le funzioni agronomiche che deve esercitare l’aratura, che avviene sul finire dell’inverno, sono diverse: alcune sono comuni ad ogni tipo di suolo e situazione; altre sono più o meno importanti o necessarie secondo la natura ed i componenti del suolo stesso.

Una delle condizioni primarie per conseguire un risultato tecnico-economico superiore in risicoltura è quello di preparare un letto di semina il più possibile piano. Rilievi ed avvallamenti, infatti, non consentono manovre d’acqua accurate, annullano o attenuano l’efficacia degli interventi con diserbi per il controllo delle infestanti, non consentono alla coltivazione di utilizzare in modo uniforme gli elementi fertilizzanti apportati, impediscono o esaltano l’attitudine della pianta ad accestire regolarmente. Quindi, dopo l’aratura, il terreno viene erpicato e successivamente livellato.

L’Acqua

La funzione della sommersione, che avviene subito dopo la preparazione del letto di semina, è quella di proteggere il seme dagli sbalzi termici; essa avviene riempiendo la risaia d’acqua fino a 3-5 centimetri dal suolo. Il seme di riso in acqua in 8 giorni si gonfia ed emette le radichette. Da allora in poi, la risaia viene gestita alternando le asciutte con l’emissione di acqua.

Il Seme

La semina del riso avviene tra la fine del mese di aprile e i primi 15 giorni di maggio. È in questa fase che il risicoltore ha la possibilità di scegliere l’andamento della sua produzione. L’unico modo efficace con cui controllare le leggi imperscrutabili della natura è la scelta di un seme certificato di qualità superiore. Le due tecniche principali di semina sono quelle in acqua o in asciutta.

La Pulizia

Il seme ospita, normalmente, parassiti fungini di ordine e specie diverse la cui azione si manifesta, nei casi meno gravi, mediante la diminuzioni delle attitudini germinative. Per prevenire il danno e ridurre l’azione negativa dei funghi presenti nel terreno, è necessario trattare il seme con adeguata concia. Il controllo delle infestanti è conseguito invece attraverso la combinazione di sistemi colturali e l’impiego di diserbi. 

Il Raccolto

La raccolta è preceduta dall’asciutta definitiva che si fa un paio di settimane dopo l’avvenuta maturazione, per accelerarla e rendere praticabile il terreno. È necessario che la raccolta sia fatta con tempestività al fine di non alterare le rese industriali finali. 

La raccolta del riso avviene come per altri cereali con una mietitrebbiatura, che normalmente inizia da metà settembre sino ai primi giorni di Novembre in funzione del ciclo vegetativo della varietà e dall’epoca di semina.

Ogni risicoltore sa bene che non si inizia il raccolto al mattino per permettere alla pianta di asciugarsi dall’umidità accumulata nella notte. Il riso continua a vivere anche una volta raccolto. La lolla del riso che, una volta tolta, trasforma il risone in riso integrale, è utilizzata per fare le lettiere oppure per fornire energia pulita. Esistono tantissimi usi della lolla e degli scarti del riso (cialde per caffè biodegradabili, mobili e addirittura case!).

SA.PI.SE.

Dal 1978 coltiviamo qualità. SA.PI.SE. è al fianco degli agricoltori per garantire loro la più elevata qualità del seme, investendo in ricerca, tecnologia e persone.

Articoli Recenti

Seguici su Facebook

Rimani Aggiornato

© 2020 SA.PI.SE. Coop. Agricola Via G. Mameli 7 – 13100 Vercelli (Italia)
info@sapise.it – www.sapise.it – tel +39 0161 25 75 30 – fax +39 0161 56 526
P.IVA 00458460029

© 2020 SA.PI.SE. Coop. Agricola
Via G. Mameli 7 – 13100 Vercelli (Italia)
info@sapise.it – www.sapise.it
tel +39 0161 25 75 30  fax +39 0161 56 526
P.IVA 00458460029