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Come cambia il mercato del riso

Il riso è il cereale più importante per l’umanità, infatti è in numeri assoluti l’alimento più consumato dall’essere umano a livello globale. Il riso è l’alimento base per la metà della popolazione mondiale e pasto principale della dieta di gran parte del sud-est asiatico, dei Paesi nordafricani e in Medio Oriente. Può influenzare gli equilibri geopolitici del pianeta, arginando o alimentato conflitti sociali e guerre. 

La sua produzione è però quasi esclusivamente concentrata in un unico continente: l’Asia. La risicoltura italiana si colloca in un mercato globale, ma con delle caratteristiche del tutto specifiche, in particolare se si osserva la qualità del prodotto e il rispetto della sostenibilità dell’ambiente.

La produzione nazionale che per anni ha soddisfatto la domanda interna di prodotto, è continuamente minacciata dall’aumento dell’import di riso da paesi meno avanzati, a partire dal 2015/2016. Questo minaccia i risicoltori Italiani, sempre più improntati a produrre riso in modo sostenibile, curando il paesaggio e la qualità del prodotto, e ne ha comportato una netta diminuzione dei redditi.

La produzione italiana, la più importante in Europa, ha dei numeri comunque ridotti se paragonati alla grande domanda mondiale, eppure anche il 60% di questa è destinata all’export. Nonostante questo, il principale importatore di riso in Europa è la Cambogia. Sono soprattutto i paesi del Nord Europa che consumano grandi quantità di riso da contorno a determinare l’aumento di import della varietà Indica dal paese asiatico. 

Il Registro nazionale delle denominazioni dei risi

L’iscrizione al registro rende possibile la tracciabilità varietale, di conseguenza l’introduzione in etichetta della denominazione “classico” per le varietà di prodotto da risotto oggi più note e maggiormente utilizzate. Esse sono un patrimonio della filiera risicola come il Riso Arborio, Riso Carnaroli, Riso Ribe, Riso Vialone nano e Riso S. Andrea, oltre che Riso Baldo e Riso Roma .

In particolare la denominazione dell’alimento può essere accompagnata dal nome di tutte le varietà di riso greggio, elencate e descritte nel registro da cui il riso è ottenuto e i nomi delle varietà di riso greggio non possono essere utilizzati sulla confezione se non figurano anche nella denominazione dell’alimento.

Prospettive e opportunità di mercato per i risicoltori italiani

L’Italia ha un ruolo di primaria importanza nel mercato risicolo europeo, basti pensare che il prezzo del riso dell’intero continente viene stabilito nelle Borse Merci di Vercelli, Novara, Milano e Mortara. 

L’Italia, primo produttore europeo (un milione di tonnellate di riso lavorato, il 60% destinato all’export) è sempre più attenta al miglioramento varietale e alla qualità del prodotto. Si aprono nuovi mercati interni e esteri. È importante per i risicoltori individuare il segmento di mercato su cui ci si vuole posizionare. Spesso si tratta di vere e proprie nicchie che privilegiano un prodotto di altissima qualità con caratteristiche organolettiche e nutrizionali uniche, diversificando le proprie entrate e le produzioni. 

Le certificazioni sono fondamentali per concorrere sul mercato, in quanto danno evidenza della rispondenza tra il lavoro fatto dal risicoltore e le esigenze dei compratori, sia a livello industriale che del consumatore finale. Un prodotto buono e sano che non lede l’ambiente né la salute di chi lo consuma.

Il mercato è fortemente influenzato dalle scelte di semina dei nostri risicoltori che spesso tendono a investire su varietà che hanno performato bene negli anni precedenti, rischiando così di aumentare troppo la disponibilità e determinando di conseguenza una svalutazione dei prezzi. In questo senso è auspicabile un’aggregazione dell’offerta che permetterebbe di ottenere dei prezzi migliori.

 

Data di pubblicazione: Novembre 2020

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